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Da sempre l'uomo cerca di liberarsi dalla natura e da sempre l'uomo vive contro di essa, con esiti incerti se non coincidenti con l'autodistruzione. La posta in gioco si è alzata e ora la volontà è tutta tesa a creare un essere frutto della ricerca unificata di genetica, robotica, informatica e nanotecnologie. Per riferirci a ciò che verrà pare più appropriato il termine "grinantropo", ossia la conservazione di qualcosa di umano - forse la sola forma - ma programmato e implementato per come si possono immaginare i più sofisticati robot. Il problema, in realtà, forse non risiede tanto nei potenziati e nella biologia genetica, quanto negli interessi economico-finanziari che ruotano attorno a questo tipo di ricerche. Qui nasce il problema, e diventa chiaro che l'approccio per capire il futuro che verrà comporta il prezzo che siamo disposti a pagare per diventare potenziati. Il "grinantropo" è, per l'uomo, una sfida tutta nuova e insidiosa. Una sfida non più, o meglio, non solo, umana: l'uomo non è più al centro degli scenari biotecnologici.